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lunedì 9 febbraio 2009
Leggende sui Draghi 2° parte
LEGGENDE ITALIANE
Leggenda milanese
A Milano, dopo la morte di Teodosio e di Papa Ambrogio, nella zona della città dove oggi sorge al chiesa di San Dionigi a causa di un morbo pestilenziale morirono centinaia di persone, ma la causa di quel morbo non si riusciva a scoprire. La particolarità era che solo in quella parte della città morivano le persone, le altre zone erano sane.
Alla fine fu scoperta la causa in un drago, che usciva a certe ore dalla sua tana e appestava l'aria col suo fiato pestilenziale. Non esistendo alcuna cura se non l'eliminazione della creatura, Uberto Visconte affrontò la bestia e liberò la sua patria, avendone in cambi gloria eterna.
Di come sia avvenuto lo scontro e di dove sia stato sepolto il drago non si ha alcuna notizia. Sembra che in una cronaca del Torre si accenni che in alcuni scavi fatti, per posare le fondamenta del Mausoleo Trivulzio a Porta Romana, si siano rinvenuti i resti di una mostruosa creatura che sembrava essere un drago, forse quello dello scontro. Ciò che non fece dire con certezza “è il drago” era il fatto che il luogo era usato in passato per gli scontri tra belve e armigeri.
LEGGENDE DELLE ALPI
Basilisco (leggenda trentina)
Di aspetto imponente aveva il corpo simile a una biscia, fornito di ali e di cresta, ma aveva anche una certa somiglianza coi fantasmi in quanto il suo corpo riluceva nella notte tracciando una striscia luminosa quando volava sulle montagne.
Questa creatura uccideva gli sventurati abitanti del luogo con il veleno che cadeva, come gocce di fuoco, dal suo corpo quando volava, provocando incendi violentissimi.
Il signore del luogo tornando da una guerra decise di porre fine alla maledizione e armato di tutto punto si recò alla tana del basilisco, lo fece venire allo scoperto e lo uccise dopo un breve combattimento.
Sceso a valle il giovane conte alzò trionfante la lancia con la testa del basilisco infilzata, ma questa mossa di trionfo costò cara al guerriero, la malefica bestia riuscì a compiere il suo ultimo misfatto dopo la morte: una goccia del suo veleno riuscì a penetrare le difese del giovane ed egli morì all'istante.
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Seconda storia
Sembra che sulle Alpi di Vaud dimorassero enormi serpi alate come i draghi, chiamate vouivres (molto probabilmente erano draghi), provviste di un solo occhio, che in realtà era un enorme brillante, che illuminava la strada quando esse volavano da una montagna all'altra o quando andavano a bagnarsi nelle acque dei laghi. Altra caratteristica di queste creature era che portavano una corona sul capo.
Erano in grado di emettere fasci di scintille e fiamme dalla bocca.
Malgrado il terrore che incutevano alle genti, queste cercavano di rubare il prezioso brillante che le serpi depositavano sulla riva del lago ogni volta che andavano a bagnarsi.
Sempre secondo la leggenda queste vouivres si riunivano in certe valli montane deserte per danzare, la popolazione poteva vedere gli scintillii mandati dai loro occhi riflettersi nel buio nella notte.
Sembra che una di esse sia stata avvistata nel 1790.
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Terza storia
Sempre sulle Alpi di Vaud, nel Lago di Chavonnes, sembra dimorasse un drago bianco dall'aspetto imponente e dagli occhi fiammeggianti che faceva la guerra agli uccelli, ma se una fanciulla si avvicinava al lago e lo guardava con occhi appassionati il drago si ammansiva e prendeva il cibo dalle sue mani.
Questa storia sembra ricollegarsi alle tante favole di principi maledetti che aspettano l'amore di una bella fanciulla per poter riprendere il loro aspetto.
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Quarta storia
Nella Novalesa troviamo invece Sant'Eldrado.
Nel nono secolo egli scacciò le serpi che infestavano una valle delle Alpi Cozie, dove voleva fabbricare un convento, costringendole a ritirarsi per sempre in una profonda grotta.
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Quinta storia
A Frossasco fu la serpe ad averla vinta sullo stregone.
Nella cittadina infestata da molte piccole serpi, governate da un enorme serpe, arrivò un giorno uno stregone che disse di poter sconfiggere tutte le creature più piccole ma non il loro re. Infatti col suo fischio ipnotico riuscì ad attrarre fuori i piccoli serpenti e a sconfiggerli grazie alla sua forza magica, ma quando uscì il re, l'enorme serpe, egli andò dallo stregone e lo batte con le sue stesse armi: puntò su di lui i suoi occhi scintillanti lo sfortunato mago perse il controllo del proprio corpo non riuscendo a ribellarsi e a scappare venne ucciso dalle spire della maestosa serpe.
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Sesta storia
Nelle Valli di Ceresole non sono né stregoni né santi a sconfiggere le serpi che infestavano in gran numero il luogo, ma un misterioso monaco disceso dalle alpi che riuscì a farsi ubbidire da queste creature.
Qui vi è ancora la superstizione che portare un pezzo di pelle di serpe con sé protegga contro ogni sventura.
Fonti:
http://geocities.yahoo.com
www.mondimedievali.net
www.ilguerriero.it
www.satyrnet.it
http://bluedragon.it
http://olay.bazaar.net
www.croponline.org
www.animalplanet.it
Leggende delle Alpi
Miti e saghe vichinghe
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