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sabato 28 maggio 2011

La chiave Gaudì



Ecco la recensione di un libro che ho letto.











La chiave Gaudì
Autori: Esteban Martin e Andreu Carranza
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo di copertina Euro 18,50









Trama

Barcellona, inizi del Novecento. Logge e società segrete trasformano la città nella capitale dell'esoterismo, e Anton Gaudì, il creatore del fantastico Parc Guell e delle bizzarre case moderniste, ricopre un ruolo chiave nell'ambito di una profezia millenaria. Tanto da celare nella Sagrada Familia, la più importante e simbolica delle sue opere, una reliquia che ha il potere di decidere le sorti dell'umanità.
Barcellona, ventunesimo secolo. La profezia deve giungere a compimento. La missione ricade sulla giovane Maria che raccoglie le ultime volontà del nonno, il bambino che aveva assistito alla tragica morte di Gaudì. Trascinata suo malgrado in una vicenda più grande di lei, la ragazza è diventata "la prescelta": di cosa, e perché, dovrà scoprirlo battendo in velocità e astuzia uomini che non si fermano davanti a nulla. Ma non è sola. C'è Miguel - un affascinante matematico -, ci sono i Moria, una confraternita più antica degli stessi Templari, e votata alla stessa causa.
In una lotta contro il tempo, Maria percorre la città guidata dal simbolismo magico del grande artista catalano, comprendendone via via i reali significati, fino alla rivelazione ultima, in una sconvolgente scena sotto le volte della celeberrima cattedrale.
Uno straordinario romanzo su un arhitetto geniale e il mistero della sua opera.

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Recensione

Un giallo in chiave esoterica ambientato a Barcellona, basato sul simbolismo delle opere del geniale Gaudì.

Gli autori descrivono accuratamente la città con i posizionamenti delle opere del grande architetto impregnando queste ultime di significati magici, alimentati anche dalla bizzarra forma che Gaudì ha dato alle sue creazioni.

Fulcro di tutta la vicenda è la Sagrada Familia, opera alla quale Gaudì si dedicò per molti anni senza vederla compiuta (il cantiere infatti è ancora oggi in essere e segue attentamente le istruzioni complete che il maestro aveva lasciato), dove si ha l'epilogo della vicenda con lo scontro tra le forze opposte.

Con significati religiosi e magici il romanzo conduce attraverso le strade di Barcellona come una guida turistica, facendo osservare con altri occhi le opere straordinarie di Gaudì.

La descrizione della protagonista è ben fatta, con la sua perplessità alla rivelazione del nonno su ciò che dovrà compiere, credendo il tutto frutto della mente ormai malata dello stesso. Ma poi la presa di coscienza che quel racconto fantastico è vero e che se non porterà a termine la missione morirà.

Inizia così a seguire le varie indicazioni che il nonno le aveva lasciato sotto forma di indovinelli e arriva alla fine, dove l'attende il nemico, giunto alla sua stessa conclusione ma bloccato dall'ultimo indizio. Ora sta a lei risolverlo e salvare se stessa.


Non vi rivelo il finale, posso però dirvi che il lato esoterico è piuttosto ben sviluppato, il libro scorre bene e i flah back sono inseriti nei punti giusti per far capire gli antefatti che hanno portato alla vicenda in questione.


Naturalmente a chi non piace il genere non lo consiglio, ma se si decide di leggerlo non si rimane delusi nelle aspettative indicate nella trama.

sabato 21 maggio 2011

I dannati di Malva



Il mio fratellino mi ha regalato questa recensione.









I dannati di Malva
di Licia Troisi
Ed. Oscar Mondadori
Euro 10,00









Descrizione

Malva è una città perfetta. L'aria è pulita, le case sono belle e luminose, gli abitanti vivono immersi negli agi. Ma dietro l'apparenza, nell'intrico di fetidi cunicoli che si dipanano nei sotterranei, pulsa una vita segreta. Laggiù vivono i Drow, gli schiavi degli umani, che pagano il prezzo di quel benessere.
Costretti a vivere nell'oscurità e a respirare fumi tossici, i Drow non osano oltrepassare il confine che li separa dalla superficie di Malva. Ma quando sanguinosi omicidi cominciano a macchiare le linde strade della città, sono proprio i Drow ad essere sospettati. A indagare nei sotterranei misteriosi di Malva è inviato Telkar, un membro della Guardia Cittadina, mezzosangue Drow e quindi capace di mimetizzarsi tra loro. Per Tolkar è l'occasione per distinguersi agli occhi degli umani e riscattarsi dalle proprie umili origini.
La verità che lo aspetta negli abissi della terra, però, sarà qualcosa di sconvolgente e inaspettato...

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Recensione

La Troisi è un'autrice fantasy piuttosto prolifica, anche se le sue opere sono relativamente monotematiche, però piuttosto piacevoli da leggere, specie mettendosi nell'ottica della giovane protagonista: ho letto le prime due trilogie del “mondo emerso”, le Cronache e le Guerre, mi mancano le Leggende.

Stavolta ho letto questo libro, che non sembra far parte di una trilogia, ma pare essere un romanzo a sé.

La vicenda scorre relativamente fluida, come sempre, senza intoppi e senza dover attivare troppi neuroni, ma giungendo alla fine resta una sensazione strana, come di incompletezza.

Malva è una città ipertecnologica, abitata da una popolazione che pare avere il terrore degli alberi, e adora solo lo smog e l'aria che si respira nella ipertecnologica ed iperpopolata città.

Ma questo benessere ha ovviamente un rovescio della medaglia: la fonte di energia che alimenta tutto è prodotta da schiavi, elfi scuri (drow) che vengono prelevati dalle foreste e costretti a vivere in schiavitù nelle gallerie sotterranee, dove azioneranno i vari meccanismi necessari alla produzione di energia per la metropoli superiore.

Qualcuno di questi schiavi riesce però a raggiungere nottetempo la metropoli e uccidere alcuni abitanti, e per indagare su chi sia l'assassino, il protagonista (un agente di polizia mezzo sangue, mezzo umano e mezzo elfo) viene inviato come infiltrato tra gli schiavi.

Durante la vita in cattività, però, scopre le condizioni in cui versano i drow, scopre intrighi per eliminarli mediante immissione di sostanze tossiche nei tubi di aerazione, e soprattutto scopre che nessuna metropoli può reggersi su un sistema simile.

La sensazione che lascia il romanzo a fine lettura, come dicevo, è una sensazione strana: non si capisce bene a che genere appartenga.

Sostanzialmente sembra essere un giallo (indagine per scoprire l'autore di alcuni omicidi), ambientato in una società che ricorda moltissimo la Londra ottocentesca di Oliver Twist, mescolato con un accenno di fantasy (coesistenza tra umani ed elfi) ma che non ha nulla di fantasy e tanto meno di fantascienza: a parte l'indicazione generica (e subito dimenticata dal lettore) che si tratta di drow, non c'è nessuna differenza tra questi elfi neri e i protagonisti di qualsiasi romanzo ambientato nel periodo della schiavitù, siano essi i neri protagonisti di “radici”, gli schiavi oggetto di angherie e soprusi nei romanzi storici o i gladiatori liberati da Spartaco, come la megalopoli è più simile alla Londra della rivoluzione industriale che alla capitale imperiale del ciclo della Fondazione di Asimov. Non esiste il “tocco fantastico”, il “senso del meraviglioso” che coinvolge il lettore nelle opere di fantasia o di fantascienza!

Nel complesso una lettura piuttosto fluida, ma che, come dicevo, lascia una sensazione di vuoto, di aspettative non corrisposte.

domenica 15 maggio 2011

La donna in nero



La mia amica Savanna mi ha mandato questa recensione.
Grazie Savanna.





LA DONNA IN NERO

di Susan Hill

Sottotitolo: Un romanzo d'atmosfera



Descrizione

Il giovane avvocato londinese Arthur Kipps viene incaricato di recarsi a Crythin Gifford, sperduto villaggio circondato da paludi, per presenziare ai funerali di un'anziana cliente e occuparsi della gestione dell'eredità. La vecchia signora Drablow viveva da reclusa a Eel Marsh House, una dimora lugubre e isolata raggiungibile solo in determinate ore della giornata quando la marea si ritira lasciando libera dalle acque l'unica via d'accesso. Per il giovane Kipps, in procinto di sposarsi, è l'occasione di dimostrare finalmente le sue capacità. E la prima volta che il titolare dello studio gli affida un compito di una certa responsabilità.

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Recensione

L'ho preso spinta da un'impulso e non mi ha deluso. Ha il sapore dei romanzi gotici e l'ambientazione vagamente 'nebbiosa' ha un fascino speciale. Un ottimo romanzo con delle descrizioni accurate e vivide; brividi me ne ha fatti provare molti specialmente nel finale. Non voglio anticipare nulla, la scheda del libro parla da sola ma la conclusione del romanzo è fantastica!





martedì 10 maggio 2011

AUGURI MAMMA!!!




Tantissimi Auguri Mammina
Per un Felicissimo Compleanno
e 1000000000000000000000
di questi giorni





Tantissimi Auguri Mammina
per la
Festa della Mamma










Auguri a tutte le Mamme del Mondo

sabato 7 maggio 2011

L'armata perduta



Il mio fratellino mi ha regalato questa recensione.





L'armata perduta
Valerio Massimo Manfredi

Editore: Mondadori
Anno: 2008
Collana:Oscar Grandi Bestsellers
Pagine: 432
Formato: 14,0 x 21,5
Legatura:brossura Prezzo: 12.00 €


Editore: Mondadori
Anno: 2009
Collana:I miti
Pagine: 520
Formato: 10,5 x 17,5
Legatura:brossura Prezzo: 6.00 €



Trama

401 a.C.: spossata da trent'anni di guerra tra Atene e Sparta, la Grecia è in ginocchio. Nel momento di più profonda crisi, il comandante Clearco arruola un esercito di mercenari greci: l'armata dei "Diecimila". Quale sia la sua missione non è chiaro. Si sa che dovrà addentrarsi in territori misteriosi e ostili, nel cuore dell'impero persiano; e si sa che è al soldo del principe Ciro, fratello del Gran Re Artaserse.
A raccontare la grande epopea dell'Anabasi di Senofonte - resoconto dell'incredibile marcia di quell'esercito di ritorno dall'odierno Iraq attraverso l'Armenia fino al Mar Nero - è una donna, Abira, una ragazza che abbandona il suo polveroso villaggio per seguire Xeno, il guerriero a cavallo che un giorno le è apparso con una promessa d'amore e di avventura nello sguardo. E il suo racconto grandioso ci mostrerà tutta la fierezza di diecimila indomiti guerrieri addestrati a superare qualsiasi prova e insieme il coraggio e la dolcezza di una donna innamorata, capace di sopportare qualunque sacrificio.

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Recensione

Un piccolo villaggio nella Siria del 400 a.C. dove la vita scorre sempre uguale, giorno dopo giorno, è sconvolto improvvisamente dall'arrivo di una donna, che viene lapidata senza nemmeno una parola dagli abitanti del villaggio stesso, e abbandonata per morta tra le pietre, soccorsa solamente da 3 ragazzine. Ma la donna non è morta e, pian piano, mentre si riprende, rivela il suo nome (Abira) e racconta alle ragazzine la sua storia, rivelando loro che lei stessa è nata in quello stesso villaggio, da dove è fuggita tempo prima, il giorno prima del proprio matrimonio combinato, in compagnia di uno straniero di passaggio, un greco di nome Xeno, facente parte di un'armata di passaggio, al comando di Ciro, fratello minore del Gran Re di Persia, Artaserse.
Da quel momento, Abira è entrata a far parte di un mondo diverso e sconosciuto: ella è l'amante di Xeno, un ateniese esule aggregato all'esercito in qualità di scrittore, e scopre il mondo che gravita intorno a un esercito in marcia, composto dai guerrieri persiani, ma soprattutto dai mercenari greci di cui anche Xeno fa parte, sebbene non abbia incarichi di tipo militare.
Durante la lunga marcia che spinge l'esercito verso il cuore dell'impero persiano, si scopre che lo scopo di Ciro è uccidere il fratello e occuparne il trono.
L'esercito raggiunge Babilonia, e si scontra con i Persiani in un'unica battaglia, battaglia che i Greci vincono con relativa facilità, grazie alla loro organizzazione militare, ma che contemporaneamente viene perduta da Ciro e dai suoi uomini, e lo stesso Ciro viene ucciso.
A quel punto, i Greci si trovano nella paradossale situazione di avere un'armata mercenaria di oltre 10.000 uomini in pieno territorio nemico, ma di aver perso, con l'ingaggiatore, ogni motivo di esistere come armata.
I Persiani decidono di farli tornare indietro attraverso altre vie, con in realtà l'intento di eliminarli tramite le avversità di territori ostili e tribù nemiche, non osando affrontare in campo aperto l'armata invincibile, nemmeno dopo aver con l'inganno catturato e ucciso tutti gli ufficiali, al punto che il comando dell'armata viene preso dallo sconosciuto Sophos (uno spartano rimasto nell'ombra fino a poco prima) e dallo stesso Xeno (fino a poco prima disprezzato per il suo ruolo di scrittore, malgrado gli episodi eroici di cui ha dato atto nelle battaglie).
Tra mille infinite difficoltà, i Greci devono contrastare gli intrighi dei Persiani, gli agguati degli Armeni, la guerriglia delle popolazioni locali, gli elementi avversi e la natura ostile, ma anche gli intrighi dei loro stessi governanti, in particolare gli Spartani, che non possono permettersi di rendere ufficiale la presenza di un'armata simile che abbia cercato di uccidere il Gran Re di Persia, loro alleato nella guerra contro Atene.
Ogni intrigo appare chiaro alla mente fervida di Abira, che riesce a superare le difficoltà di una donna in un mondo di uomini e spingere Xeno a cercare di salvare i "diecimila", rendendosi lei stessa protagonista di episodi drammatici ed eroici allo stesso tempo.
Fino al finale, in cui una Abira cresciuta come donna e delusa da uno Xeno abbandonatosi alla disperazione, ritorna al proprio villaggio per completare il cerchio della sua vita, ma non è questo il finale deciso per l'impavida eroina, che vede improvvisamente materializzarsi un nuovo destino per sè.

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Tratta dall'Anabasi di Senofonte, l'armata perduta racconta le difficoltà del viaggio di ritorno di un esercito di oltre 10.000 mercenari greci, che si era spinto fino nel cuore dell'impero persiano, ma aveva perduto il motivo dell'ingaggio alla morte di colui che li aveva arruolati, e deve tornare indietro contrastando sia i nemici infidi, sia gli atroci intrighi politici dei loro stessi governanti, superando difficoltà insormontabili fino alla fine.
Il tutto è narrato dal punto di vista di Abira, una donna siriana aggregata all'esercito come compagna di Xeno (Senofonte), lo scrittore che ha tramandato le varie vicende. Punto di vista particolare, in quanto esclude l'analisi diretta delle situazioni belliche, ma rende chiare le trame e gli intrighi che si svolgevano tra i comandanti, oltre che le insormontabili difficoltà incontrate nel lunghissimo e pericolosissimo viaggio di ritorno.

Nel complesso, un libro realmente affascinante, la cui lettura catturerà anche coloro che conoscono già la storia dell'Anabasi.
Un libro che continua a rivelare Valerio Massimo Manfredi come un narratore storico di grandissimo talento.
Lo consiglio vivamente a tutti gli appassionati di romanzi storici.