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sabato 30 aprile 2011

Primo Maggio - origini

Festa del lavoro o dei lavoratori, è così che si conosce il primo maggio. Un giorno in cui i lavoratori di tutto il mondo si unirono per far sentire le loro voci e fare le loro richieste.
Ma più anticamente questa data era conosciuta come Calendimaggio, Beltaine nel Nord Europa o Notte di Walpurga (Valpurga) - Notte delle Streghe , ed era una festa della fertilità legata al ciclo dell'agricoltura.

Vediamone in sintesi i due significati.

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Festa del lavoro.

Il primo maggio come ricorrenza della festa del lavoro nasce dalle lotte dei lavoratori nel 1855 in Australia, dove i lavoratori iniziarono a battersi per le otto ore di lavoro, l'allora giornata lavorativa era molto più lunga.
Sull'ondata di questo primo evento nel 1866 a Ginevra una legge approvò le otto ore lavorative come limite per i lavoratori pubblici, ma le lotte non si fermarono. Nel 1886 a Chicago i lavoratori si mobilitarono per avere la giornata lavorativa di massimo otto ore: oltre 400 mila lavoratori negli Stati Uniti e 80 mila nella sola Chicago incrociarono le braccia in segno di protesta contro i datori di lavoro La manifestazione pacifica durò alcuni giorni. Questa protesta pacifica ebbe però una svolta drastica con enormi spargimenti di sangue, con gli attacchi della polizia alla folla degli scioperanti, attacchi ai quali ci fu risposta con una bomba gettata contro la polizia. La cosa portò a degli arresti e i manifestanti arrestati furono condannati a morte, tranne uno, poi due pene di morte furono commutate in ergastolo. Da indagini successive emerse che forse la bomba era stata gettata dagli stessi poliziotti per screditare il movimento dei lavoratori.
Da questi fatti prende il via ufficiale del primo maggio come data di conquista dei lavoratori.

A Parigi il 20 luglio 1889 si decreta il primo maggio ufficialmente come festa dei lavoratori e la scelta cade su questa data in memoria degli eventi di Chicago. Le organizzazioni dei lavoratori iniziano così un'opera di sensibilizzazione sul significato di quest'appuntamento, man mano che si avvicina la data del primo maggio 1890. Dall'altro lato della barricata vi era un clima di alta tensione alimentata dalla stampa allarmistica che consiglia alla borghesia di tapparsi in casa. In Italia le misure repressive ebbero la mano pesante con la proibizione di qualsiasi manifestazione e attuando misure di prevenzione. Ma i lavoratori non si fecero intimidire e, malgrado l'assenza di un'organizzazione nazionale, la manifestazione del primo maggio 1890 fu un successo di presenze. Lo stesso per l'Europa e l'America. Visto il successo della manifestazione il primo maggio 1891 fu replicata e tale data fu resa un appuntamento permanente in tutto il mondo per le conquiste dei lavoratori e per il riscatto delle misere condizioni in cui versavano le masse lavoratrici.
Data di grandi proteste fu il primo maggio 1898, data che segnò l'inizio di moti popolari durati fino a luglio, sempre per il riscatto della condizione delle masse lavoratrici. Lotta che ebbe anche momenti tragici. Nei primi del Novecento la manifestazione riesce a ottenere il suffragio universale.

Si arriva così al periodo fascista dove Mussolini proibì la celebrazione del primo maggio. Ma la festa continua a vivere con piccole azioni sovversive come l'indossare un garofano rosso all'occhiello, scritte sui muri, diffusione di volantini e bevute in osteria, il tutto in opposizione al regime fascista.

Dopo gli episodi della seconda guerra mondiale del significato originale della festa del primo maggio i giovani lavoratori non hanno più memoria. Bisognerà arrivare al 1970 per vedere di nuovo i lavoratori celebrare uniti la loro festa. Oggi è più considerato un giorno di festa, in quanto i lavoratori hanno altri modi per far sentire la loro presenza. Anche se i alcuni sindacati organizzano manifestazioni in diverse piazze in occasione di questa data.

Questa data comunque conserva la memoria storica di tutti quei lavoratori che hanno lottato per far valere i loro diritti, diritti che ancora oggi valgono e sono stati conquistati a prezzo della vita. Cose che non andrebbero mai dimenticate.




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Calendimaggio - Beltaine - Notte di Walpurga (Valpurga) o delle Streghe

Festa di origine pagana a metà strada tra l'Equinozio di Primavera e il Solstizio d'Estate, periodo in cui la natura ormai si è del tutto destata e si prepara a dare i suoi frutti. Frutti dai quali la popolazione traeva il proprio sostentamento, da qui l'usanza antichissima di celebrare la natura con riti propiziatori per un raccolto abbondante, allontanando lo spauracchio della povertà che un raccolto magro avrebbe inevitabilmente portato. Una festa di rinascita e di purificazione per ricominciare un nuovo ciclo di vita, che si ripeteva ogni anno: la fine di un ciclo di apparente morte portato dall'inverno e l'inizio del ciclo di vita portato dalla primavera. Un cerchio della vita in apparenza uguale ma che poteva avere comunque delle differenze. Un anno scarso di raccolti, grandinate dannose, siccità erano tutte cose che questa festa doveva allontanare per portare salute, fertilità e abbondanza nei vari territori in cui veniva festeggiata.

Festa quindi di origine contadina legata ai cicli della natura, quindi principalmente legata all'agricoltura, è ancora oggi molto sentita e festeggiata in molte zone d'Italia e d'Europa, seppure abbia perso un po' del suo mistero magico, diventando più uno spettacolo per le genti che un rito di adorazione per la natura.
Il palo della cuccagna infatti è diventato una festa folkloristica dove squadre di persone si sfidano a chi riesce a raccogliere i vari doni appesi e a mangiarli tutti, insomma forza fisica e robustezza di stomaco la fanno da padroni.

Anticamente la tradizione della festa consisteva in danze e canti che seguivano un certo rituale e tramite di essi si cercava di ingraziarsi la natura, farsela amica e poter così avere il massimo da lei.

I simboli di questa festa di Calendimaggio (Beltaine o Valpurga) sono:
1)danze attorno al palo della cuccagna: un palo ornato di fiori e strisce di tessuto colorato che veniva avvolto attorno al palo dai danzatori come segno benaugurate (gli alberi simbolo erano l'ontano e il maggiociondolo e i fiori le viole e le rose)
2)i maggerini che andando di casa in casa intonavano strofe benaugurati e trasportando il palo della cuccagna a cui venivano appesi i doni loro fatti dai padroni di casa come compenso del canto
3)la regina di maggio che elargiva la benedizione alle case, eletta sotto il palo portato dai maggerini
4)i benandanti che come i maggerini intonavano canti propiziatori all'interno delle case, ma si spostavano in più paesi
5)Croce di S.Andrea o Croce decussata a forma di X, simbologia dell'unione tra il cielo e la terra e il cui centro e' rappresentato dall'uomo, (S.Andrea fu inchiodato a questa croce a X), e l'albero anch'esso simbolo di unione tra ciò che e' quaggiù' e ciò che si trova lassù (le radici radicate a terra e le fronde spinte in alto verso il cielo).



Nell'Europa del Nord, dai celti britanni e irlandesi, questa festa porta il nome di Beltaine, il cui significato in irlandese è fuoco luminoso e maggio.
E' una festa del fuoco, un fuoco protettore e purificatore per le persone e il bestiame e proprio per ottenere questi doni uomini e animali venivano fatti passare in mezzo a file di falò come auspicio di buon augurio. Questo per quanto riguarda il mondo druidico. Ma questa festa è anche seguita dalle wicca e qui ritorna al suo significato di festa della fertilità, e la cerimonia riguarda solo il palo e i danzatori che vi danzano attorno ornandolo così con i nastri colorati, a rappresentare l'incontro simbolico tra il Dio e la Dea dalla cui unione trae origine proprio la fertilità non solo della terra ma anche delle persone.

Proprio per questo suo aspetto di festa della fertilità a Beltaine, o Calendimaggio (come si vuole chiamare), capitava spesso che si celebrassero riti d'amore nelle foreste, che terminavano con l'abbandono alle passioni. Si trattava di un rituale col quale i giovani ragazzi "conoscevano" per la prima volta l'amore, detto anche "la sfida" (nel senso di un rituale di iniziazione maschile), o "foresta verde", per dove esso avveniva.Le ragazze che rimanevano gravide in questo giorno generalmente si sposavano poi a Giugno, che e' ancora il mese piu' popolare per i matrimoni.


La notte tra il 30 aprile e il 1 maggio è anche conosciuta col nome di "Notte di Walpurga" o "Notte delle Streghe".
E' una notte in cui le streghe possono assorbire potenza per rigenerarsi, questo vale sia per le streghe buone che per quelle malvagie e poichè entrambe assorbono energia possono contrapporsi: l'eterna lotta tra bene e male, tra inverno e primavera i veri protagonisti di questa ricorrenza.
E' la notte in cui si celebra Madre Natura e si chiede la sua protezione per i raccolti.
Per cacciare le forze malvagie, raffigurate come demoni, si era soliti fare numerosi riti, tra cui accendere molti fuochi e bruciare fantocci simbolici con i quali si dava fuoco al male personificato. Tradizioni vive ancora oggi che si esprimono con gli stessi falò di un tempo, o con l'accensione di piccoli fuochi simbolici, di incensi particolari, di candele per propiziare il benessere.
Dopo questa magica notte arrivano le luci dell'alba del giorno successivo, il primo maggio, che giungono a fugare ogni paura, ogni demone o strega nera con tutto il loro bagaglio negativo.

Le potenze positive proclamano la loro vittoria sul male.


Curiosità: questo, essendo il giorno e la notte dedicate alla natura e alla sua rifioritura, e' uso rinnovare il proprio giardino o il proprio balcone con fiori nuovi e curare i vecchi che presto riprenderanno vigore nella nuova fioritura.





Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Calendimaggio
http://it.wikipedia.org/wiki/Palo_della_cuccagna
http://it.wikipedia.org/wiki/Beltane
http://digilander.libero.it/IlRisveglioDellaDea/Calendimaggio.html
http://www.bethelux.it/walpurga.htm

http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblica11.htm
http://www.recsando.it/mm_forum/pnd/1maggio.asp
http://struggle.ws/wstrans/italy/mayday.html

domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua





Buona
Pasqua

sabato 23 aprile 2011

Primavera - Pasqua





Con l'Equinozio di Primavera si festeggia l'inizio della bella stagione. Il freddo inverno finisce e inizia il caldo, la natura riprende a vivere: le gemme fanno capolino sugli alberi, i germogli iniziano a sbocciare sollecitati dai primi tepori e gli animali si accoppiano per creare anche loro nuova vita.
Tutto celebra la vita che risorge dalla morte, dal freddo e dal buio del periodo invernale.

La luce prende il sopravvento sull'oscurità, il caldo sul freddo e la vita sulla morte.

Tutti aspettiamo con trepidazione questa stagione per iniziare a goderci le belle giornate con delle gite e delle passeggiate che ci permettono di goderci il sole e il suo calore benefico, ricerchiamo il contatto con la natura e ci godiamo i primi germogli, la prima erba verde dei prati, le prime margherite ecc. Insomma anche noi uomini rinasciamo a nuova vita. Un ciclo che si ripete praticamente uguale ogni anno e che ogni volta ci godiamo il più appieno possibile.



Questo è anche il periodo in cui noi cristiani festeggiamo la Pasqua.
Festa dedicata alla resurrezione di Gesù e quindi al trionfo della vita sulla morte, con la cancellazione delle colpe umane.
Prorpio da questo concetto di rinascita e di cancellazione del passato si capisce come la nostra Pasqua in realtà abbia origini pagane.
Infatti la Pasqua è nata proprio per soppiantare i diffusi culti della fertilità tipici della Primavera e per meglio sostituirli la festa ha dovuto prendere spunto da essi e quindi ecco che si celebra il ritorno alla vita di Gesù.
I simboli cristiani della festa sono pure presi a prestito dalle precedenti tradizioni pagane:
1) la tradizione dei sepolcri realizzati con piante, spighe e fiori affonda le sue origini nei culti dello spirito arboreo e simboleggia la morte e la rinascita dello spirito della vegetazione
2) le uova rappresentano la vita, l'incontro della parte maschile e femminile da cui nasce la vita
3) il coniglio è un simbolo di fertilità
4) il capretto o l'agnello sono pure animali sacri legati al culto arboreo e adottati dalla festività cristiana; mangiandoli l'uomo si avvicina alla divinità (Gesù si definisce come l'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo)
5) fuochi propiziatori



La stessa parola "Pasqua" deriva dal termine "Easter" antica dea pagana conosciuta col nome di Eostre e legata ai culti della fertilità, al sole nascente e al calore che esso sprigiona e che fa nascere i germogli.
A questa dea dobbiamo anche il nome celtico dell'Equinozio di Primavera "Eostur-Monath" poi semplificato con Ostara.

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Vediamo un po' nel dettaglio i vari simboli di questa festa che rappresenta sia per i cristiani che per i pagani il ritorno alla vita dopo la morte.

L'uovo

Simbolo di vita. Visto come incontro tra la parte solare e maschile della divinità, rappresentata dal tuorlo, e della parte femminile, rappresentata dall'albume. Incontro fecondo dal quale nasce la vita grazie al calore (che riporta al tepore della Primavera).
L'uovo è quindi un simbolo di fertilità e di vita, di creazione posto all'origine del mondo.
Venerato in tal senso dalle popolazioni antiche la sua tradizione continua a persistere anche oggi in particolare nel periodo pasquale.
Viene consumato sotto il suo aspetto più conosciuto come cibo e in alcuni paesi vi è anche la tradizione di decorare il guscio (cosa anche questa derivante dalla festa di Ostara). E' considerato un regalo di buon auspicio e infatti fino al medioevo vi era proprio questa trazione, oggi sostituita dalle uova di cioccolato.
In Russia invece sono stati creati dei veri capolavori di gioielleria per gli zar che continuano a incantare ancora oggi e si rifanno proprio alla forma delle uova e alla loro antica simbologia.

Coniglio, agnello, capretto

Animali sacri simboli di fertilità e quindi di vita.
In tutte le popolazioni il nutrirsi di animali sacri, o meglio sacrificarli per mangiarli, permettera all'uomo di partecipare alla scintilla divina, di purificarsi per rinascere. Concetto legato proprio alla stagione primaverile dove si tende proprio a purificare il proprio corpo per godere appieno i benefici della bella stagione.


I sepolcri


Con le piante, le spighe e i fiori si cra un giardino sulla tomba di Gesù, praticamente si festeggia un dio morto, ma questo solo in apparenza perchè in realtà viene anche festeggiata la sua rinascita e quindi la sconfitta della morte, proprio come avviene ciclicamente per le piante che ogni anno dopo il riposo invernale ritronano a nuova vita ai primi tepori primaverili. In tal senso ci si rifà al culto dello spirito arboreo, cioè della natura. Questa era molto importante per le popolazioni antiche che da essa traevano il proprio sostentamento e quindi la onoravano.

Fuochi di Primavera

Il ritorno del calore del Sole era festeggiato accendendo dei fuochi le cui ceneri venivano poi sparse sui campi per propiziarne il raccolto. In memoria di questa usanza a Pasqua è nata l'usanza di accendere un cero.

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La Pasqua assume significati diversi anche tra coloro che credono in Dio.

La Pasqua ebraica ricorda la fuga dall'Egitto, e la liberazione quindi dalla schiavitù, dove con un viaggio durato 40 anni Mosè condusse il popolo ebraico alla terra promessa dove avrebbero vissuto liberi e fondato la loro nazione.
In questo periodo gli ebrei consumano agnello, pane azimo e come contorno erbe amare (in ricordo del periodo di schiavitù) e un uovo sodo simbolo di eternità della vita. L'agnello in ricordo degli ordini ricevuti da Dio di segnare le loro case con il sangue di agnello in modo che l'angelo della morte li risparmiasse e il pane azimo perchè non avevano avuto il tempo di far lievitare il pane.

La Pasqua cristiana deriva da quella ebraica, ma si celebra non la fuga del popolo ebraico ma la resurrezione di Gesù come nostro redentore. Egli infatti sacrificandosi per noi ci ha purificati dai nostri peccati e rinascendo a nuova vita ci dà la possibilità di ricominciare proprio una nuova vita.
Da un punto di vista di cibi si conservano in parte le tradizioni ebraiche per l'agnello e le uova, simboli di redenzione e di vita. Si è aggiunto un dolce a forma di colomba a ricordo del nuovo patto tra Dio e gli uomini (fu una colomba che diede la notizia a Noè che era arrivato alla terra portando nel becco un ramoscello d'ulivo) e simbolo anche di pace.
La Pasqua cristiana è preceduta da un periodo di penitenza detto Quaresima che dura 40 giorni e va dal mercoledi delle ceneri al Sabato Santo, cioè il sabato prima di Pasqua. Durante la settimana santa viene rievocata la Passione di Gesù, si benedicono le case, si consumano agnello, uova e dolci a forma di colomba.

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Calcolo della Pasqua

La festa di Pasqua non è una festa fissa, ma mobile e viene festeggiata la domenica successiva alla prima luna piena successiva all'equinozio di primavera. Questo sistema venne fissato nel IV secolo per sostituire i vari usi locali che avevano creato solo discordanze nella celebrazione della festa.
Con questo sistema la Pasqua è compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile, seguendo queste regole: se proprio il 21 marzo è di luna piena, e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). D'altro canto, se il plenilunio succede il 20 marzo, quello successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo giorno fosse per caso una domenica occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.




Fonti
http://it.wikipedia.org/wiki/Pasqua
http://www.mednat.org/religione/equinozio_pasqua.htm
http://www.duepassinelmistero.com/le_tradizioni_pasquali_tra_antic.htm

sabato 16 aprile 2011

La donna della domenica



Ecco la recensione di una miniserie che ho visto.








Miniserie ambientata a Torino e la cosa mi è personalmente piaciuta, in quanto sono convinta che la mia città abbia molte potenzialità e vederla apprezzata mi ha fatto molto piacere.


Torniamo alla miniserie.

Trasmessa in due puntate su Rai1 doveva essere un giallo, ma il vero giallo sta nello scoprire dove sia il giallo nella miniserie (scusate il gioco di parole).
Gli scorci panoramici della città sono belli e la fotografia è ben curata, ma lo svolgersi della vicenda purtroppo non è dei migliori. Nessun indizio che colleghi gli omicidi con la colpevole. Niente che faccia capire chi sia la vittima, chi possa avercela con lui, insomma niente che aiuti gli spettatori a capire l'andamento delle indagini. Indagini che si concludono con "l'illuminazione", alla fine della seconda puntata, della protagonista che esce e va a cercare conferma dei suoi sospetti, mettendosi nei guai, seguita dal commissario che, anche lui folgorato dall'illuminazione, arriva appena in tempo per salvarle la vita.
L'unica cosa è stata messa in risalto è la storia d'amore tra i protagonisti.

In ogni giallo che si rispetti gli indizi ci sono e sono proprio loro che portano al colpevole, ma anche a possibili altre piste sbagliate ma al momento altrettanto giuste. Indizi che gli spettatori seguono e montano con l'ispettore. Qui questa parte era del tutto mancante.
Un pessimo giallo!
L'unica cosa che si salva sono le belle immagini della città.

Inoltre essendo una vicenda ambientata nella Torino del 1973 aveva delle imprecisioni:
  • l'imbarcadero dei battelli Valentino e Valentina sul Po nel 1973 non c'era mentre in una scena si vede benissimo
  • in una scena si vede uno dei battelli in navigazione
  • il commissariato non era in Piazza Castello ma in Via Verdi
  • si parla di divorzio, ma la legge è uscita nel 1974
Una miniserie poco curata nei particolari e nella storia in sè. Un vero peccato che non abbia saputo sfruttare al massimo l'ambientazione molto favorevole di Torino, una città ricca di mistero.

martedì 12 aprile 2011

IL VANGELO DI MARIA MADDALENA



La mia amica Savanna mi ha mandato questa recensione.
Grazie Savanna.

IL VANGELO DI MARIA MADDALENA

K.McGOWAN







Descrizione
Quando Maureen Paschal, giovane giornalista nota per le sue ricerche sulla figura di Maria Maddalena, riceve una lettera da Bérenger Sinclair, un nobile scozzese che la invita nel suo castello in Francia il giorno del solstizio d'estate per rivelarle un segreto che la riguarda, non sa che si sta lanciando in un'avventura densa di misteri e di morte. Guardando una fotografia di Maureen, Sinclair ha riconosciuto l'anello che la donna ha al dito, donatole da un antiquario di Gerusalemme. Secondo la leggenda, solo l'eletta può portarlo, colei a cui è dato di scoprire i papiri segreti che Maria Maddalena ha portato con sé fuggendo dalla Galilea, e che sono nascosti in Linguadoca. Sono testi rivoluzionari, che molti hanno cercato invano di recuperare nel corso dei secoli e che raccontano del legame tra la Maddalena e Gesù, e dei figli nati dal loro matrimonio. Ma Sinclair non è l'unico a interessarsi ai preziosi papiri. Anche una setta segreta, la temibile Corporazione dei Giusti, è disposta a tutto, persino all'omicidio, pur di impadronirsene.

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Recensione

Sono stata indotta all'acquisto di questo libro per le meravigliose recensioni verbali fatte da alcune persone che conosco e che ne sono rimaste entusiaste.
Ammetto di essere attirata da questo argomento e di aver già letto in passato dei libri dove gli autori intraprendevano un percorso di analisi sulla vita vera di Gesù e analogamente di Maria Maddalena. Ricordo benissimo 'Il Santo Graal' di Baigent, Leight e Lincoln, di cui ho un ricordo vivido e bellissimo perchè non era un romanzo ma un testo ben documentato.
Quando ho preso in mano il romanzo della McGowan mi aspettavo tanto...forse troppo.
E la delusione è stata veramente forte.
So che le recensioni che si trovano in rete sono entusiastiche per la maggior parte, ma non mi sento di accodarmi a queste.
Teniamo da parte un attimo l'argomento centrale di cui parla e di cui si può essere convinti o meno, io ora mi riferisco alla descrizione narrativa.
All'inizio ti prende, inutile negarlo: le visioni della protagonista, Maureen, stuzzicano la curiosità del lettore e lo fissano sulle pagine.
Il peggio arriva quando Maureen parte per andare in Francia; da quel momento in poi mi sembra di essere catapultata in un romanzo Harmony degli inizi.
Se a qualcuno piacciono le favole o non conosce gli Harmony parliamo allora di favole come quella di Cenerentola....la scena descritta dalla McGowan dove la protagonista appare nella sala del castello dove l'attendono gli invitati in costume, e lei appare come 'una visione' nell'abito che solo la discendente di Maria Maddalena poteva indossare, ha del ridicolo assoluto. Lì mi sono cascate tutte le fantasie!
Una descrizione che una ragazzina adolescente potrà visualizzare e ricamarci sopra la sera prima di addormentarsi.
Si continua con personaggi ai limiti della realtà; un 'castellano' affascinante e magnetico quanto misterioso, un maggiordomo enigmatico, un prete che non sembra un prete, due fustacchioni cattivi tombeur de famme (ma quanti harmony ha letto questa donna quando l'ha ideato questo romanzo?) girano a ruota in queste pagine non riuscendo a dare una caratterizzazione al loro ruolo in qualcosa di concreto e coinvolgente.
I cattivi, spariscono per incanto alla fine del romanzo.
Uno dei due fustacchioni per aver dato una botta in testa a Maureen finisce al fresco per il resto dei suoi giorni....ammazza che severità! Sparisce anche lui dalla scena così...quasi desse fastidio il suo personaggio che rimane comunque ai limiti della storia tanto è ininfluente.
La bella fanciulla alla fine della sua rocambolesca avventura bacia il principe azzurro....pardon, il bel castellano. Basta, non ci fa più sognare la McGowan...ah ma aspettate! Pare che faccia il seguito di questo libro! Forse ci farà sapere allora come va a finire tra i due novelli innamorati.
Si salva solo la parte dedicata alla scoperta del Vangelo.
Il romanzo, per chi vuole approfondire il discorso su Maria Maddalena si svela alla fine praticamente. Quando si ritrova finalmente il vangelo e questo viene tradotto, veniamo a scoprire come sono andati veramente i fatti narrati nei Vangeli visti con l'occhio della discepola. Questa è la parte fondamentale del libro e quella che fa riflettere e pensare. Ed è anche scritta decentemente.
L'autrice ci inebria poi con la sua spiegazione di come è riuscita ad arrivare a tutte queste informazioni, insinuando di come lei sia una possibile discendente...e quello è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Non solo ci ha rifilato un polpettone (di cui, ripeto, solo la parte finale si salva) ma argomenta il suo interesse per il filone 'Maria Maddalena' per aver scoperto la sua possibile parentela.
Mi domando che genio sia se per aver scritto su Maria Maddalena delle nozioni che, in parte, erano già state dette proprio sul libro del Santo Graal...e ci ha messo pure vent'anni per farlo!!!!!!!!

martedì 5 aprile 2011

ANNUS MIRABILIS



La mia amica Savanna mi ha mandato questa recensione.

Grazie Savanna.



ANNUS MIRABILIS

G. BROOKS






Descrizione

E' una mattina del 1666 a Eyam, un piccolo villaggio di montagna del Derbyshire, in Inghilterra, e nel cottage in cui vive, Anna Frith ha appena finito di allattare il piccolo Tom e di scrutare amorevolmente Jamie, che gioca da solo accanto al focolare. Anna si avvia verso la scala della soffitta, per raggiungere la stanza dove dorme Mr. Viccars. Dal giorno in cui Sam Frith se n'è andato, sepolto da una valanga nel giacimento di piombo in cui lavorava, è trascorso un inverno. In primavera, George Viccars è venuto a bussare alla porta del cottage in cerca d'un alloggio e Anna, vedova a diciotto anni con due bambini, ha pensato che l'avesse mandato Dio. Viccars è un sarto girovago, conosce Londra e York, l'intensa vita portuale di Plymouthe il traffico di pellegrini di Canterbury. Ed è gentile: ieri le ha fatto dono di un vestito di lana fine verde dorato. Perché però ora l'accoglie con strani gemiti? Anna entra nella stanzetta e per poco la brocca non le cade di mano.Il volto giovane e bello della sera precedente è scomparso. George Viccars giace con la testa spinta di lato da un rigonfiamento di carne lucida e pulsante. Così, nelle pagine di questo romanzo, la peste giunge a Eyam.Inaspettata e innocente eroina, Anna deve affrontare la morte nella sua famiglia, la disintegrazione della sua comunità e il pericolo di un amore illecito. L'Annus Horribilis della peste, però, è destinato a trasformarsi in un Annus Mirabilis, un anno di meraviglie...

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Recensione

Una donna che lotta contro l'ignoranza e le superstizioni in un piccolo villaggio del Derbyshire; Anna Frith è un personaggio meraviglioso, umanamente semplice ma ricco nello stesso tempo, che riesce a superare indenne l'avvento della peste. I luoghi selvaggi e grezzi raccontati in questo romanzo, fanno da cornice a tantissimi personaggi caratterizzati dall'autrice in modo impeccabile.
Un romanzo che ci pone davanti alle brutture e alla rozzezza della mentalità dell'epoca, e a chi andava ancora a caccia delle streghe...ci fa conoscere le passioni e depravazioni, ma ci meraviglia con la forza dell'amore e della speranza. Anna Frith insieme alla sua compagna di sventure Elinor ci porta a conoscere un mondo duro e straziante, dove si suda sangue per portare una pagnotta di farina d'avena in tavola per sfamare una numerosa famiglia; sono due, veramente, le eroine di questa storia e ci commuovono passo passo nella lettura delle pagine del romanzo.
Per fortuna, la Brooks ci concede un finale dove l'amore torna protagonista dopo tanto dolore e desolazione.
Un libro che ci insegna come la forza di una donna sia inestinguibile e ci impone di combattere sempre e comunque per rovesciare un destino crudele.

Stupendo!