Ecco la recensione di un libro che ho letto.
Unead - gli immortali
Autori: Dacre Stoker & Ian Holt
Editore: PiemmeBesteller
Prezzo di copertina Euro 11,00
Trama
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Lo statuto si può definire più come un insieme di leggi che si limitano a enunciare i diritti e a individuare la forma di governo. Esso voleva definire negli intenti del re una monarchia costituzionale, ma alla resa dei conti si rivelò essere molto flessibile e adattabile ai tempi e alle situazioni, così nel tempo furono fatte diverse modifiche alle leggi in esso contenute, all'inizio costituite da modifiche interpretative delle stesse, per vere modifiche agli articoli bisognerà aspettare il periodo fascista, periodo durante il quale lo statuto venne messo poco a poco da parte attraverso leggi ordinarie a esso contrarie.
La flessibilità dello statuto da difetto si dimostrò essere un bene.
Tra i principali diritti riconosciuti dallo statuto abbiamo:
principio dell'eguaglianza in base al quale tutti godono degli stessi diritti civili e politici salvo le eccezioni determinate dalla legge
libertà individuale
l'inviolabilità del domicilio
libertà di stampa
libertà di riunione
Tutte concessioni limitate dal principio di legalità, dove sono contenute le riserve di legge in merito a quanto sopra enunciato.
Principio inviolabile e di base per lo statuto era il diritto alla proprietà.
L'unica religione riconosciuta era quella cattolica, gli altri credi erano tollerati, ma ben presto questi ottennero l'emancipazione e con una legge si affermava che la differenza di culto non formava eccezione per il godimento dei diritti civili e politici e l'ammissibilità a cariche civili e militari.
Sempre in base allo statuto il re restava il capo supremo dello stato e la sua persona era inviolabile, ma non al di sopra delle leggi alle quali egli stesso doveva giurare fedeltà, l'inviolabilità si concretizzava nel fatto che il re non poteva essere reso oggetto di sanzioni penali.
Il re esercitava inoltre il potere esecutivo attraverso i ministri e convocava e scioglieva le camere.
Il sovrano si trasformava da sovrano assoluto a principe costituzionale con poteri limitati dalla costituzione, ma dove il re decideva sul governo e il parlamento si limitava a fare le leggi.
Nel 1852 con l'avvento di Cavour si passò a un sistema di governo di tipo parlamentare, dove il re era un semplice rappresentante dello stato e non comandava più il potere esecutivo. Il governo quindi non dipendeva più dalla fiducia del re ma da quella del Parlamento.
Nel 1861, con la nascita del Regno d'Italia, lo statuto venne applicato in tutto il regno. La natura flessibile dello stesso garantì, sino agli anni venti, un'evoluzione parlamentare del sistema politico senza rendere necessarie modifiche effettive al testo originale.
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Non riuscì a seguire le orme paterne e diventare medico, quindi si iscrisse alla facoltà di legge.
Fin da ragazzo il suo spirito ribelle si fece notare, e quando incontrò dei reduci dei movimenti rivoluzionari capì quale fosse la sua strada e si iscrisse alla Carboneria.
Diventa un fervente rivoluzionario e questo fa si che venga arrestato, ma la mancanza di prove concrete permette la sua scarcerazione, ma gli viene posta la scelta dell'esilio o del confino in una cittadina piemontese. Scelse l'esilio e da Marsiglia continuò la sua attività fondando la Giovane Italia, partito sulla scia della Carboneria, ma non segreto per la popolazione e privo delle sue complicazioni per entrarvi a far parte. Le sue idee liberali però non si limitavano alla sola Italia e presto fondò anche la Giovane Europa e il suo pensiero si diffuse anche in tutta Europa.
Il programma della società è: unità, indipendenza, libertà e repubblica dove vi doveva essere comunque una forte fede religiosa di fondo perchè il suo credo si può riassumere con la frase “Dio e popolo”.
Il fermento che crea da fastidio agli austriaci che impongono alla Francia di fare qualcosa, così è costretto ad andarsene da Marsiglia, ma dopo un primo allontanamento rientra e con un abile bluff gioca il governo che gli impone di andarsene una seconda volta.
Malgrado questa nuova politica i moti insurrezionali perseguiti da Mazzini non ebbero mai successo perché il popolo comunque non era pronto ad appoggiarlo. Egli non si arrese mai e continuò a diffondere i suoi ideali di unità.
Nel 1833 fece un tentativo in Piemonte ma Carlo Alberto lo represse duramente.
Nel 1834 ritentò e stavolta al comando dei rivoluzionari vi era Garibaldi, ma anche questo tentativo fallì bloccato ancora prima di insorgere e Garibaldi arrivato al luogo dell'appuntamento non trovò nessuno e per non essere arrestato fu costretto alla fuga in America del Sud.
Ulteriore insurrezione fu quella dei Fratelli Bandiera che avrebbero dovuto appoggiare un'insurrezione a Cosenza, ma quando arrivarono era stato tutto bloccato. Non si lasciarono intimorire e decisero di andare avanti lo stesso. Furono arrestati e condannati a morte.
Riuscì a rientrare per un breve periodo nel 1848 e prendere le redini della Repubblica Romana, ma nel 1849 dovette riprendere la via dell'esilio poiché i francesi e gli austriaci sconfissero la repubblica.
Il suo amor di patria non cessò mai e continuò sempre la sua opera riformista. L'ultimo appoggio morale lo diede alla spedizione dei Mille di Garibaldi, non potendo fare altro a causa delle persecuzioni della polizia sabauda e delle sue condizioni di salute.
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Fu poeta, scrittore e patriota.
Goffredo Mameli fu autore, all'età di quasi 20 anni, delle parole del Canto degli Italiani (1847), più noto in seguito come Inno di Mameli, adottato un secolo dopo come inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana nel 1946, musicato da Michele Novaro.
Come scrittore dimostrò il suo talento letterario componendo versi d'ispirazione romantica, intitolati Il giovane crociato, L'ultimo canto, Le vergine e l'amante.
Fervente patriota partecipò ad alcune insurrezioni e gesta memorabili:
esposizione del tricolore per festeggiare la cacciata degli austriaci nel 1847
1848 spedizione in aiuto a Milano
entrò a far parte dell'esercito di Garibaldi (per il quale scrisse un inno militare musicato da Verdi)
1849 partecipò alla creazione della Repubblica Romana e qui venne ferito non gravemente ma la cancrena lo uccise a soli 22 anni
L'inno di Mameli, conosciuto come Fratelli d'Italia, accompagnò tutte le grandi gesta di quegli anni tumultuosi.
Divenne l'inno della Giovane Italia, accompagnò le 5 Giornate di Milano, contribuì all'emanazione dello Statuto Albertino, fu intonato dai garibaldini durante la Spedizione dei Mille e accompagnò anche la presa di Roma nel 1870, fu cantato durante la guerra libica e la Prima Guerra Mondiale, infine fu adottato anche dal fascismo privo di un suo inno ufficiale.
Con la nascita della Repubblica la Costituzione sancì l'uso del tricolore come simbolo della repubblica stessa e l'uso provvisorio dell'inno di Mameli come inno nazionale. Ancora oggi si attende l'ufficializzazione dell'inno.
Poichè dell'inno si conosce solo una parte ne riporto il testo integrale:
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E' stato generale, patriota e condottiero italiano e a tutt'oggi è considerato un eroe nazionale.
E' una delle figure più rilevanti del Risorgimento per le sue imprese sia in Europa che in America Meridionale.
Fin da piccolo mostra una grande passione per il mare e il suo più grande sogno era quello di diventare marinaio. Il suo primo insegnante in tal senso fu il padre.
A diciotto anni ottenne il suo primo imbarco e da allora fu un susseguirsi di imbarchi, fino al 1832 quando a 25 anni ottenne il titolo di ufficiale e il comando di una nave.
Venuto a conoscenza dei moti italiani ne abbraccia l'idea e si iscrive alla Giovane Italia dando tutto se stesso e capeggiando insurrezioni che gli costarono la condanna a morte, che scampò per un soffio riuscendo a fuggire e iniziando la vita da esule (1834).
Inizia la sua attività di eroe nel nuovo mondo.
Si unisce agli insorti della Repubblica di Rio Grande del Sud contro il governo di Rio de Janeiro.
Rimase al servizio della Repubblica Americana fino al 1841 compiendo imprese straordinarie.
Qui conobbe Anita (1839) che sposò nel 1842.
La sua impresa con la Repubblica di Rio Grande del Sud non ebbe successo e Garibaldi si riparò in Uruguay, affiancandolo nella guerra contro l'Argentina, ma anche stavolta la battaglia non ebbe successo, ma Garibaldi ne uscì con onore, conquistando l'ammirazione del nemico.
Non dimentico della sua patria Garibaldi accorre in Italia non appena viene a sapere che Carlo Alberto aveva dichiarato guerra all'Austria (1848) , ma malgrado il suo intervento e i primi piccoli successi che stava ottenendo il re fu battuto e fu costretto a chiedere l'armistizio. Dopo una piccola resistenza Garibaldi capitolò e ritornò a Nizza dalla famiglia.
La pausa dalla battaglia durò poco poiché nel 1849 fu chiamato a Roma per appoggiare la neonata Repubblica Romana, qui ottenne alcuni successi ma sempre nel 1849 la Repubblica Romana fu costretta ad arrendersi.
Per lui riprende la via dell'esilio e in questo frangente perde Anita. Dopo averla seppellita riprende la strada dell'esilio e ritorna in America, ma non resiste e riprende la strada per tornare in Patria, stabilendosi a Caprera, sua dimora preferita. In questo modo nel 1859 riesce ad arrivare in tempo quando riprendono le ostilità contro l'Austria, fondando il corpo dei Cacciatori delle Alpi. Riesce a ottenere grandi successi ma la firma del trattato tra Francia (alleata del Piemonte) e Austria lo blocca.
Nel 1860 Garibaldi affianca i siciliani insorti contro i borbonici e lo scontro si conclude a favore dei siciliani, ma l'eroe non si ferma e con i suoi volontari va oltre e tutta l'Italia meridionale viene liberata dai borbonici.
Nel 1861 viene dichiarata l'unità d'Italia ma Garibaldi non è soddisfatto, mancano ancora alcuni territori. Dovrà attendere fino al 1870 per concludere la sua opera.
Nel 1882 morì a Caprera dove viveva con la sua famiglia.
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Fonte: Conoscere.
nato a Torino il 10 agosto 1810
morto a Torino il 06 giugno 1861
Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia e Ministro degli Esteri 23 marzo 1961 – 06 giugno 1861
Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno di Sardegna 04 novembre 1852 – 19 luglio 1859 e 21 gennaio 1860 – 23 marzo 1861
Ministro dell'Agricoltura e del Commercio del Regno di Sardegna 11 ottobre 1850 – 11 maggio 1852
Ministro delle Finanze del Regno di Sardegna 19 aprile 1851 – 11 maggio 1852
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Cavour si dedicò fin da giovane ai suoi interesse nell'industrializzazione, nel commercio e nell'agricoltura, nei quali riuscì a ottenere notevoli risultati. Per apprendere il più possibile viaggiò molto all'estero, specialmente in Francia e in Inghilterra dove si fermò per lunghi periodi per studiare a fondo i loro sviluppi economici e industriali.
Di stampo conservatore aveva però una predilezione per il progresso nei vari settori e questa sua mentalità aperta lo portò a capire che per un migliore sviluppo dell'economia bisognava attuare una politica del libero scambio.
Nei suoi possedimenti intraprese fin da subito una politica di miglioramenti nei settori delle macchine agricole, dell'allevamento, dei concimi, ottenendo dei buoni risultati con una crescita dei raccolti.
Sempre in una politica di innovazione della produzione agricola costituì la Società anonima dei molini anglo-americani di Collegno di cui divenne il maggiore azionista, e che ebbe una posizione di primo piano nell'Unità d'Italia.
Fu un grande sostenitore di interventi a favore di un ampliamento delle ferrovie che vedeva come un ottimo mezzo di sviluppo economico del paese, che provvide a finanziare proprio in quegli anni.
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In politica fa il suo ingresso nel 1847 attraverso il suo ruolo di direttore del giornale Il Risorgimento. Attraverso di esso fu sostenitore della concessione da parte del sovrano della costituzione (1848).
Nel 1848 si candida alla Camera dei Deputati e fa il suo ingresso sulla scena politica ufficiale del paese, anche se per il momento non è ancora la punta di diamante del governo. Qui dapprima appoggia l'iniziativa diplomatica nei confronti dell'Austria, assumendo una posizione moderata.
Ravvisando poi il pericolo dei fermenti insurrezionali cambiò idea e divenne a favore della ripresa delle ostilità contro l'Austria. Ma ad attendere Carlo Alberto fu la sconfitta e l'obbligo ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele II (1849).
Nel 1849 Cavour riuscì mantenere il suo incarico all'interno della Camera e si diede da fare con riforme per migliorare l'economia del paese istituendo la Banca Nazionale degli Stati Sardi; fece staccare il Piemonte dal fronte cattolico-reazionario e promulgò una serie di leggi per abolire i privilegi del clero in Piemonte.
In campo economico, con il potere concessogli come Ministro dell'agricoltura e del commercio, avvio una politica atta ad attenuare i dazi e a favorire una politica del libero scambio. Per fare ciò firmò diversi trattati con vari paesi d'Europa. Questo periodo segnò il passaggio dal protezionismo al libero scambio, determinando un ampliamento del commercio e la prospettiva di maggiori guadagni.
Come Ministro della Marina introdusse la navigazione a vapore, con l'idea di rendere il corpo svogliato dei marinai un corpo di professionisti.
Come Ministro delle Finanze si impegnò per allentare la morsa del forte debito pubblico e quindi staccare il regno dalla dipendenza dei suoi creditori. Per fare ciò, oltre ai trattati commerciali già stipulati come ministro del Commercio, impose una tassa del 4% sul reddito agli enti laici ed ecclesiastici, istituì la tassa sulle successioni e impose l'aumento di capitale alla Banca Nazionale degli Stati Sardi aumentando l'obbligo delle anticipazioni allo stato. Si attuò la collaborazione tra finanza pubblica e iniziativa privata.
Con l'aiuto inglese (1851) vennero costruite delle linee ferroviarie in Piemonte, mentre Cavour appoggiò l'istituzione di una linea di navigazione sovvenzionata tra Genova e la Sardegna. Promosse anche l'istituzione della Compagnia Transatlantica e la fondazione della futura fabbrica di locomotive a vapore Ansaldo.
Nel 1852 Cavour diventa presidente del consiglio dei ministri e si adopera per realizzare il suo piano di unificazione della penisola sotto il comando dei Savoia, attuando una serie di interventi in episodi che non interessavano l'Italia pur di riuscire a stringere alleanze necessarie per i suoi piani (Guerra di Crimea). Grazie a queste alleanze Cavour si oppose di nuovo all'Austria che scatenò la guerra. La strada stava prendendo la giusta direzione per l'unificazione, ma l'alleato francese impaurito proprio da questo firmò l'armistizio con l'Austria. Il Piemonte riuscì ad annettersi la Lombardia. Forte poi dell'appoggio inglese tratto con la Francia l'annessione dell'Emilia-Romagna e della Toscana in cambio della Savoia e di Nizza.
Nel 1860 Cavour seguì personalmente le mosse di Garibaldi e dei Mille, da lui non approvate del tutto, ma che dovette lasciare andare avanti in quanto con la cessione di Nizza e della Savoia aveva perso prestigio. Pressioni da parte di francesi e inglesi costrinsero il re sabaudo a mettersi ufficialmente contro Garibaldi inviandogli una lettera con la quale gli intimava di fermarsi. Ma di nascosto il re inviò anche un altro messaggio con il quale diceva a Garibaldi di proseguire. In questo modo la spedizione di Garibaldi risultò ufficialmente una sua iniziativa.
Su una strada un po' accidentata l'unificazione dell'Italia continuò e nel 1861 venne proclamata la nascita del Ragno d'Italia.
Cavour fu il primo Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia, dichiarando che Roma sarebbe divenuta la capitale del nuovo regno.
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Il senso del meraviglioso
Autori vari, antologia a cura di Sandro Pergameno
Editrice Nord
Prezzo originale 35000 Lire
Trama
Un reame favoloso e magico nascosto sugli altopiani del Kurdistan, uno scienziato capace di inventare un intero microcosmo, un mondo custodito da leggendarie valchirie alate dove vanno a morire gli astronauti, un uomo in grado di raggiungere con la mente l'ultimo attimo di esistenza del nostro pianeta.
Cosa hanno in comune queste vicende narrate da alcuni dei maggiori scrittori di fantascienza della nostra epoca durante i primordi di questo genere, e apparse prima degli anni cinquanta sulle più celebri riviste pulp? Ma è ovvio: il sense of wonder, il senso del meraviglioso, quella qualità che è propria di tutte le più belle storie che ci fanno sognare, che riescono ad avere un impatto emotivo su di noi, oltre a costituire un irrinunciabile stimolo intellettuale; storie che riescono a farci entrare in mondi magici e a sospendere momentaneamente la nostra razionalità. Quel senso del meraviglioso che in sostanza risveglia il nostro entusiasmo, la capacità di abbandonare per qualche momento la noiosa realtà che ci circonda per avventurarci in dimensioni nuove e fantastiche dove la nostra immaginazione può vagare liberamente, non più costretta dai limiti del nostro maturo scetticismo, e guidata qui per mano da autori come Leigh Brackett, Jack Williamson, Stanley Weinbaum, Edmond Hamilton, Henry Kuttner, Alfred Bester e tanti altri che hanno rappresentato il meglio della fantascienza nei primi venti anni della sua storia ufficiale, con ventisei racconti e romanzi brevi tra i migliori della loro produzione e del tutto inediti in Italia.
Nota
Questo libro è alquanto vecchiotto (stampato nel mese di ottobre 1989), ma credo che sia comunque possibile reperirlo in biblioteca o presso le bancarelle dell'usato.
Recensione
Ero militare quando, gironzolando tra le bancarelle di Verona, ho trovato questo libro nascosto in un angolo. Il prezzo stampato sopra corrispondeva a una settimana esatta di paga, per me, ma la trama riportata nella quarta di copertina (quella che avete letto poco sopra) mi ha colpito, spingendomi comunque all'acquisto, e non mi sono mai pentito di tale acquisto, in quanto a tutt'oggi, capita sovente che lo riprendo in mano e rileggo i vari racconti e romanzi brevi che continuano ogni volta a farmi sognare, esattamente come allora.
Le storie sono state pubblicate originariamente nei pulp americani in un periodo che spazia dal 1917 al 1949. Il curatore dell'antologia le ha selezionate sulla base del “senso del meraviglioso” che sanno infondere nel lettore, fatte tradurre (erano tutte storie inedite in Italia) e organizzate in rigoroso ordine cronologico, come spiegato nell'introduzione dell'antologia stessa.
Sono quindi disponibili per il pubblico dei lettori le seguenti opere:
Attraverso la Lente del Drago di Abraham Merritt
Colletti bianchi di David H. Keller
Il piccolo Nettuniano di ClareWinger Harris e Miles J. Breuer
Naufragio nella quarta dimensione di G. Peyton Wertenbaker
Il principe dei bugiardi di Louise Taylor Hansen
Meteora temporale di Jack Williamson
Omega di Amelia Reynolds Long
Il grande cervello di Laurence Manning
La radiosa illusione di Catherine L. Moore
Il ciclo eterno di Edmond Hamilton
I mondi del se... di Stanley G. Weinbaum
La Peri Rossa di Stanley G. Weinbaum
La figlia dei venti di Edmond Hamilton
Insieme nel tempo di Catherine L. Moore
L'universo di Fessenden di Edmond Hamilton
Il mutare delle correnti di Stanley G. Weinbaum
Le doppie menti di John W. Campbell Jr.
L'assioma violato di Alfred Bester
I demoni del lato oscuro di Leigh Brackett
Terrore dallo spazio di Leigh Brackett
Il pianeta nero di Henry Kuttner
Il sogno di Donovan di Frederik Pohl
Il popolo del cratere di Andre Norton
La giungla di Venere di Keith Bennett
Lettura interessante, forse un pochino ingenua e “antiquata”, ma indubbiamente avvincente per l'intensità e lo sviluppo delle vicende narrate. Senza dubbio riesce a instaurare quel “senso del meraviglioso” che è alla base della scelta di tali storie, ingenue e molto poco realistiche, sulla base delle successive scoperte scientifiche, ma comunque avvincenti ed emozionanti.
Adatto ai cultori della fantascienza delle origini e a chi si è in qualche modo emozionato nel leggere storie di esplorazioni spaziali.
Grazie Savanna.
IL REGALO DI HANNAH
di Maria Housden
Descrizione
Hannah muore nel 1994, un anno dopo che le è stato diagnosticato il cancro, all'età di 4 anni. Durante questo periodo affronta la morte imminente senza paura ma soprattutto vive la vita che le resta con una dose irreprimibile di gioia. La bimba che voleva essere operata con le sue scarpette rosse ai piedi, cambia la vita di tutti coloro che entrano in contatto con lei. La cronaca di quest'ultimo anno fatta dalla madre è struggente, ma allo stesso tempo piena di speranza. Hanna è una bambina ma è anche saggia come un adulto, e leggendo questo libro si ha proprio la sensazione di incontrare qualcuno di speciale, qualcuno in grado di aiutarci a confrontarci con la nostra stessa mortalità. Con grande onestà e una scrittura ricca di poesia Maria Housden ci fa percepire lo spirito indomabile di sua figlia e ci offre come un regalo il suo ultimo anno di vita. Un libro che porterà conforto a tutti coloro toccati da una perdita e rinnoverà la fiducia nel potere dell'amore.
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Recensione
Devastante; man mano che leggevo le pagine di questo libro mi si stritolava lo stomaco. La figura piccola e dolce di Hannah e della mamma domina tutto il romanzo, e lo permea di primavera. Non ci sono grigi, neri, o tinte fosche, ma si vede solo il rosa e la luce che avvolge questi personaggi forti e determinati. Le emozioni che scaturiscono dal proseguire la lettura sono forti, intense e dolorose, quanto delicate e serene: da una parte la personalità di Hannah, che, nonostante la sua età dimostra una maturità fuori dal comune con le sue domande, spiazzando la razionalità degli adulti e, in questo caso, della madre. La sua allegria, il suo modo di vivere la vita estraniandosi dalla sua malattia è un monito per chi le vive vicino. Il romanzo ci fa ripercorrere il suo ultimo anno di vita, le speranze, l'attesa, la verità e infine il suo epilogo. Drammatico e devastante in tutta la sua realtà. Ma continueremo a leggere le sue pagine con la vita della madre in primo piano, la sua difficoltà ad accettare la morte della figlia nonostante l'avvicendarsi di altre sue due gravidanze, e il suo infine 'rialzarsi' dalla sua disperazione proprio con l'aiuto delle sue due piccole donnine. Capirà come la sua bambina, Hannah, l'abbia aiutata, senza rendersene pienamente conto, di quanto la vita possa essere vissuta intensamente cogliendo la pienezza della gioia e dell'amore nell'attimo che si sta vivendo.
I polimorfi
Alfred E. Van Vogt
Compagnia del Fantastico Newton
Prezzo originale 1500 Lire
(edizioni millelire, volume doppio in edizione integrale)
Nota
Come per tutti i libri di questa edizione economica, parlare di “nuovo” è molto relativo, infatti la prima edizione della saga risale al 1969, e la pubblicazione del presente volume risale invece al 1995, ma non dovrebbe essere difficile reperirlo presso le bancarelle dell'usato.
Recensione
La saga comprende, in un unico volume, le seguenti storie del ciclo dei Polimorfi:
L'isola dei Polimorfi
L'Alieno di Kibmadine
Il Glis, dio dell'infinito
I Nijjan, creatori di universi
Nella prima parte brevissima (ambientata nel 1999, ovvero 30 anni dopo la scrittura della vicenda), si introduce la vicenda, raccontando di come, nell'isola di Haiti, a seguito di esperimenti genetici particolari, viene creato un essere superiore alla razza umana, in grado di trasformarsi, mutando la propria struttura molecolare fino a mutarsi da essere umano a essere in grado di viaggiare negli abissi marini e infine a essere in grado di viaggiare nello spazio infinito.
Tale essere riesce ad accoppiarsi con una donna umana e a dare quindi origine alla specie dei Polimorfi alla quale appartiene il protagonista della saga, Nat Cemp, le cui avventure vengono narrate nei capitoli successivi, e che risalgono a 230 anni dopo le vicende introduttive.
La Terra nel periodo indicato è popolata dagli esseri umani normali, dal Popolo Speciale (umani con particolari poteri mentali), dai Polimorfi stessi (tutti maschi, che si sposano con donne del Popolo Speciale) e dalle Varianti (esseri mutanti con caratteristiche simili ai Polimorfi, ma relegati a un livello inferiore e soggetti a leggi particolari).
I Polimorfi, e in particolare il protagonista Nat Cemp, sono esseri superiori, con diversa struttura molecolare, in grado di cambiare forma, e con incredibili poteri mentali basati sulla “logica dei livelli” tramite i quali svolgono il ruolo di guardiani dell'infinito.
Durante tali missioni, Nat Cemp si imbatte negli eventi che configurano le varie storie.
Intervenendo in una diatriba di Varianti, per giudicare sull'eliminazione di un essere con poteri tali da rischiare di diventare una futura minaccia, si imbatte in un'entità aliena pericolosissima, in grado di mutare forma e acquisire le sembianze di chiunque.
Superata la minaccia dell'Alieno di Kibmadine, Nat Cemp viene avvicinato da un sosia che si rivela essere un Polimorfo proveniente dallo spazio esterno, e scoprirà quindi che i Polimorfi non sono una creazione della scienza umana ma alieni giunti sulla Terra nel passato, scoprendo il popolo dei Polimorfi Siderali (composto anche da donne) e incontrando la minaccia di un alieno pericolosissimo, dedito a rubare pianeti abitati per la propria collezione personale.
Sventata anche la minaccia del Glis, Nat Cemp scopre una razza aliena dedita alla guerra sistematica contro i Polimorfi stessi, una razza così antica da risalire all'origine stessa dell'universo.
Con i poteri acquisiti negli scontri precedenti e con l'utilizzo della logica dei livelli, però, il protagonista riesce sempre a sventare le minacce e salvare comunque il pianeta Terra e la razza umana.
Lettura interessante, forse un pochino ingenua e “antiquata”, ma indubbiamente avvincente per l'intensità e lo sviluppo delle vicende narrate. Adatto ai cultori della fantascienza delle origini e a chi si è in qualche modo emozionato nel leggere storie di esplorazioni spaziali.