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martedì 21 giugno 2011

Mazzini

Nasce a Genova il 22 giugno 1805 e muore a Pisa il 10 marzo 1872.

Non riuscì a seguire le orme paterne e diventare medico, quindi si iscrisse alla facoltà di legge.

Fin da ragazzo il suo spirito ribelle si fece notare, e quando incontrò dei reduci dei movimenti rivoluzionari capì quale fosse la sua strada e si iscrisse alla Carboneria.


Diventa un fervente rivoluzionario e questo fa si che venga arrestato, ma la mancanza di prove concrete permette la sua scarcerazione, ma gli viene posta la scelta dell'esilio o del confino in una cittadina piemontese. Scelse l'esilio e da Marsiglia continuò la sua attività fondando la Giovane Italia, partito sulla scia della Carboneria, ma non segreto per la popolazione e privo delle sue complicazioni per entrarvi a far parte. Le sue idee liberali però non si limitavano alla sola Italia e presto fondò anche la Giovane Europa e il suo pensiero si diffuse anche in tutta Europa.

Il programma della società è: unità, indipendenza, libertà e repubblica dove vi doveva essere comunque una forte fede religiosa di fondo perchè il suo credo si può riassumere con la frase “Dio e popolo”.

Il fermento che crea da fastidio agli austriaci che impongono alla Francia di fare qualcosa, così è costretto ad andarsene da Marsiglia, ma dopo un primo allontanamento rientra e con un abile bluff gioca il governo che gli impone di andarsene una seconda volta.


Malgrado questa nuova politica i moti insurrezionali perseguiti da Mazzini non ebbero mai successo perché il popolo comunque non era pronto ad appoggiarlo. Egli non si arrese mai e continuò a diffondere i suoi ideali di unità.

Nel 1833 fece un tentativo in Piemonte ma Carlo Alberto lo represse duramente.

Nel 1834 ritentò e stavolta al comando dei rivoluzionari vi era Garibaldi, ma anche questo tentativo fallì bloccato ancora prima di insorgere e Garibaldi arrivato al luogo dell'appuntamento non trovò nessuno e per non essere arrestato fu costretto alla fuga in America del Sud.

Ulteriore insurrezione fu quella dei Fratelli Bandiera che avrebbero dovuto appoggiare un'insurrezione a Cosenza, ma quando arrivarono era stato tutto bloccato. Non si lasciarono intimorire e decisero di andare avanti lo stesso. Furono arrestati e condannati a morte.


Riuscì a rientrare per un breve periodo nel 1848 e prendere le redini della Repubblica Romana, ma nel 1849 dovette riprendere la via dell'esilio poiché i francesi e gli austriaci sconfissero la repubblica.

Il suo amor di patria non cessò mai e continuò sempre la sua opera riformista. L'ultimo appoggio morale lo diede alla spedizione dei Mille di Garibaldi, non potendo fare altro a causa delle persecuzioni della polizia sabauda e delle sue condizioni di salute.


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Fonte Wikipedia


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